ROBERTO CURTI
ITALIA ODIA Il cinema poliziesco italiano
(Lindau, 430 pagine, 24 euro)
Il poliziesco all’italiana – o “poliziottesco”, a seconda che siate sostenitori o detrattori – è il filone cinematografico che, meglio di altri, ha saputo immortalare l’atmosfera plumbea e riottosa dell’Italietta targata Anni 70. Disprezzato dalla critica militante e politicizzata, allora imperante, secondo la quale il solo cinema ammissibile era quello dell’Impegno, il genere ha avuto l’innegabile merito di tramandare ai posteri le immagini, virate in nero, di un Paese dilaniato dalle tensioni politiche e sociali, attraversato da pericolose correnti carsiche - mafia, terrorismo, servizi segreti deviati, criminalità organizzata – che ne indebolivano, giorno dopo giorno, le già fragili fondamenta.
Roberto Curti, cinefilo (nell’accezione migliore del termine) e critico cinematografico della factory di Nocturno Cinema, dedica al complesso e controverso fenomeno artistico e commerciale un corposo saggio monografico, edito da Lindau.
Quello di Curti non è il primo volume dedicato al filone del poliziesco “all’amatriciana”, ma è senz’ombra di dubbio il più completo, acuto e competente. Partendo da lontanto – il primo capitolo si intitola infatti Italia nera. Il poliziesco italiano da Mussolini a “Un maledetto imbroglio” - , e con l’ausilio di un ricco corollario di note e un buon corredo di citazioni, pertinenti e non fini a se stesse, l’autore dipana brillantemente una matassa non poco intricata avvalendosi di una scrittura nitida e fluida, che alimenta la dialettica realtà contemporanea / finzione contemporanea con calibrata misura e possiede il raro pregio di non costringere il lettore: a) a rileggere una frase o un capoverso sei o sette volte per coglierne il senso; b) ad assumere una compressa di Aulin per lenire l’emicrania. Non poco e non male, in un periodo in cui la saggistica cinematografica sembra sempre più preda di Ghezzi-boys in sedicesimi. Onore a Roberto Curti, quindi, se la temperatura dell’interesse non diminuisce mai nel prosieguo della lettura.
ITALIA ODIA Il cinema poliziesco italiano
(Lindau, 430 pagine, 24 euro)
Il poliziesco all’italiana – o “poliziottesco”, a seconda che siate sostenitori o detrattori – è il filone cinematografico che, meglio di altri, ha saputo immortalare l’atmosfera plumbea e riottosa dell’Italietta targata Anni 70. Disprezzato dalla critica militante e politicizzata, allora imperante, secondo la quale il solo cinema ammissibile era quello dell’Impegno, il genere ha avuto l’innegabile merito di tramandare ai posteri le immagini, virate in nero, di un Paese dilaniato dalle tensioni politiche e sociali, attraversato da pericolose correnti carsiche - mafia, terrorismo, servizi segreti deviati, criminalità organizzata – che ne indebolivano, giorno dopo giorno, le già fragili fondamenta.
Roberto Curti, cinefilo (nell’accezione migliore del termine) e critico cinematografico della factory di Nocturno Cinema, dedica al complesso e controverso fenomeno artistico e commerciale un corposo saggio monografico, edito da Lindau.
Quello di Curti non è il primo volume dedicato al filone del poliziesco “all’amatriciana”, ma è senz’ombra di dubbio il più completo, acuto e competente. Partendo da lontanto – il primo capitolo si intitola infatti Italia nera. Il poliziesco italiano da Mussolini a “Un maledetto imbroglio” - , e con l’ausilio di un ricco corollario di note e un buon corredo di citazioni, pertinenti e non fini a se stesse, l’autore dipana brillantemente una matassa non poco intricata avvalendosi di una scrittura nitida e fluida, che alimenta la dialettica realtà contemporanea / finzione contemporanea con calibrata misura e possiede il raro pregio di non costringere il lettore: a) a rileggere una frase o un capoverso sei o sette volte per coglierne il senso; b) ad assumere una compressa di Aulin per lenire l’emicrania. Non poco e non male, in un periodo in cui la saggistica cinematografica sembra sempre più preda di Ghezzi-boys in sedicesimi. Onore a Roberto Curti, quindi, se la temperatura dell’interesse non diminuisce mai nel prosieguo della lettura.
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