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Visualizzazione dei post da maggio, 2008

JOHN PHILLIP LAW R.I.P. (1937-2008)

Il 13 maggio è mancato a Los Angeles l'attore americano John Phillip Law. Le foto sono tratte dal film Diabolik (1968) di Mario Bava. Eva Kant è interpretata dall'attrice austriaca Marisa Mell .

FLANI CHE PASSIONE

Riprendiamo con questo post una delle rubriche di maggior successo (insieme alle foto gallery - che sono già riprese) del vecchio BUIOOMEGA ... i flani. Buona Visione

FERDINANDO BALDI R.I.P. (1927 - 2007)

(fonte: il manifesto)

WE ARE BACK!

Pensavamo di non risentirci più... Un po' di colpevole pigrizia, una serie di problemi al PC (ah! questa tecnologia...) e le diverse vicende familiari ci avevano indotti a "non credere" ancora, con la stessa intensità, nel progetto BuioOmegA ... ...la voglia però di raccontare la settima arte da un punto di vista non convenzionale (cosa che ci ha sempre contraddistinto), in modo personale ed il desiderio di vedere, un po' edonisticamente , il Cinema come piace a "noi" hanno avuto il sopravvento. Ecco allora che BuioOmegA ritorna in una veste più gestibile, più immediata e soprattutto più interattiva. Anche la scelta del nome non è stata casuale... BuioOmegA 2 a significare la logica prosecuzione del discorso passato, ma anche la differenza tra le due incarnazioni. Al timone sempre i soliti noti... il buon vecchio Ettore Ridola (di cui avete già avuto occasione di leggere una serie di nuovi articoli), il sempreverde Marco Bertolino (nella nuova versione &q

THE SAME OLD SONG AND DANCE: IL CINEMA IN ITALIA

La stagione cinematografica italiana volge rapidamente al termine e diversi film sono tuttora desaparecidos: uno di questi è “This is England” (2006), del britannico 35enne Shane Meadows - “24/7” (1997) e “C’era una volta in Inghilterra” (2002), poi buio pesto da noi -. Presentato il 18 ottobre 2006 al Roma Film Fest, il film non ha ancora trovato un distributore. Un vero peccato, dal momento che “Shady” Meadows si può considerare il Ken Loach del terzo millennio, debite eccezioni contemplate. Anche la sua opera precedente, il crudo, essenziale “Dead Man’s Shoes” (2004), è tuttora inedita sui nostri schermi, persino sugli scaffali (ma esistono ancora, nell’era dei distributori automatici?) delle videoteche, in genere più prodighe di visibilità. Dal registro drammatico e sociale a quello comico-demenziale: “Beerfest” (2006), dell’americano di origine indiana Jay Chandrasekhar (“Hazzard”, ma soprattutto “Super Troopers” e “Vacanze di sangue”), è tuttora, come dire?, missing dalle nostre

BEAUTY FROM THE PAST: EWA AULIN

BEAUTY FROM THE PAST: KARIN SCHUBERT

BEAUTY FROM THE PAST: ZEUDI ARAYA

UGLY BEAUTY: AMORE A PRIMA SVISTA

AMORE A PRIMA SVISTA (Shallow Hal, Usa 2001) regia di Bobby e Peter Farrelly sceneggiatura di Bobby, Peter Farrelly e Sean Moynihan fotografia di Russell Carpenter montaggio di Christopher Greenbury interpreti principali: Jack Black (Hal Larson); Gwyneth Paltrow (Rosemary Shanahan); Jason Alexander (Mauricio Wilson); Joe Viterelli (Steve Shanahan); Rene Kirby (Walt) Siano benedetti i fratelli Farrelly. Il loro corroborante tocco scorretto e scurrile è un toccasana per sguardi, cuori e cervelli affatturati dal metanolo dell’ipocrisia americana, spasmodicamente tesa verso il corretto e il cordiale. In Amore a prima svista , film che soffre di un incipit sonnolento ma che sa ridestare e ridestarsi una volta enunciato il testo del teorema che si appresta a dimostrare, l’impertinente duo (artefice tra gli altri di Scemo & più scemo , Tutti pazzi per Mary e Io, me & Irene ) punta il dito (rigorosamente medio...) contro il concetto comune di bellezza e i suoi opinabili parametri uni

STARS WITH SCARS: DOLPH LUNDGREN

IL CREPUSCOLO DEGLI ACTION HEROES DEL SECONDO MILLENNIO Domanda retorica: al cinema gli action heroes sono forse passati di moda? Logori, stanchi e invecchiati, gli eroi del grande schermo dell’ultimo ventennio sembrano condannati a un lento ma inesorabile oblio, primo passo di un (pre)pensionamento coatto sancito anni orsono dal loro (prematuro?) confinamento nei territori marchiati DTV (Direct-To-Video). Banditi in modo irreversibile dalle sale cinematografiche, i nostri “eroi” sopravvivono ai confini del mondo scintillante di Hollywood & dintorni, emarginati ma non per questo rassegnati, decisi ad alimentare comunque i sogni, sbiaditi ma sopravvissuti, di quella generazione di spettatori che ricorda, e talora riguarda, film del calibro di “Lionheart” come di “Nico”, di “Caccia mortale” come di “Trappola in alto mare”. DOLPH LUNDGREN L’atletico ma legnoso svedese Dolph (all’anagrafe Hans) Lundgren, invece, ha già doppiato Cape Fifty (quantunque alcune fonti riportino come anno di

STARS WITH SCARS: STEVEN SEAGAL

IL CREPUSCOLO DEGLI ACTION HEROES DEL SECONDO MILLENNIO Domanda retorica: al cinema gli action heroes sono forse passati di moda? Logori, stanchi e invecchiati, gli eroi del grande schermo dell’ultimo ventennio sembrano condannati a un lento ma inesorabile oblio, primo passo di un ( pre )pensionamento coatto sancito anni or sono dal loro (prematuro?) confino nei territori marchiati DTV ( Direct - To -Video). Banditi in modo irreversibile dalle sale cinematografiche, i nostri “eroi” sopravvivono ai confini del mondo scintillante di Hollywood & dintorni, emarginati ma non per questo rassegnati, decisi ad alimentare comunque i sogni, sbiaditi ma sopravvissuti, di quella generazione di spettatori che ricorda, e talora riguarda, film del calibro di “ Lionheart ” come di “Nico”, di “Caccia mortale” come di “Trappola in alto mare”. STEVEN SEAGAL Mister Fat and Furious veleggia ondivago verso le 57 primavere. Nel 2001, per girare “Ferite mortali” del polacco Bartkowiak , ha pers

STARS WITH SCARS: JEAN-CLAUDE VAN DAMME

IL CREPUSCOLO DEGLI ACTION HEROES DEL SECONDO MILLENNIO Domanda retorica: al cinema gli action heroes sono forse passati di moda? Logori, stanchi e invecchiati, gli eroi del grande schermo dell’ultimo ventennio sembrano condannati a un lento ma inesorabile oblio, primo passo di un (pre)pensionamento coatto sancito anni orsono dal loro (prematuro?) confinamento nei territori marchiati DTV (Direct-To-Video). Banditi in modo irreversibile dalle sale cinematografiche, i nostri “eroi” sopravvivono ai confini del mondo scintillante di Hollywood & dintorni, emarginati ma non per questo rassegnati, decisi ad alimentare comunque i sogni, sbiaditi ma sopravvissuti, di quella generazione di spettatori che ricorda, e talora riguarda, film del calibro di “Lionheart” come di “Nico”, di “Caccia mortale” come di “Trappola in alto mare”. JEAN-CLAUDE VAN DAMME La soglia dei 50 anni è ormai vicina, ma “Muscles from Brussels” (questo soprannome non gli è mai piaciuto…) è lungi dal gettare la spugna. I

SHOOT TO THRILL: SHOOTER

“Questo film possiede tutti gli ingredienti che desideravo: una cospirazione, un governo corrotto, azione e, soprattutto, Mark Wahlberg” (Antoine Fuqua) Shooter (id., Usa 2006) Regia di Antoine Fuqua Sceneggiatura di Jonathan Lemkin, dal romanzo “Point of Impact” di Stephen Hunter Fotografia di Peter Menzies jr. Montaggio di Conrad Buff IV ed Eric A. Sears Personaggi principali: Bobby Lee Swagger (Mark Wahlberg); Nick Memphis (Michael Peña); colonnello Isaac Johnson (Danny Glover); Sarah Fenn (Kate Mara); senatore Charles F. Meachum (Ned Beatty) Genere: thriller politico E’ un piccolo, in fondo insignificante mistero, ma in Italia “Shooter” è passato del tutto inosservato. Ignorato. Snobbato. Due settimane in cartellone – ma la seconda con programmazione già ridotta – e poi via, verso future e migliori fortune nel più accogliente e clemente Stato di Divudilandia. Il thriller politico, per registi e produttori, si rivela sovente un’arma a doppio taglio. L’intenzione, lodevole, di coniug

IL CONTO E' CHIUSO - STELVIO MASSI

“Mi vergognai come un ladro alla prima di Squadra volante al Metropolitan di Roma, per gli applausi a scena aperta nel momento dell’esplosione dell’auto della polizia dopo una raffica di mitra sparata dai banditi. Ci guardammo negli occhi e dicemmo: ‘E che so’ tutti matti?’” Il 26 marzo (giorno in cui era nato...) 2004 è morto all'età di 75 anni, in una clinica di Velletri, non distante da Roma, il regista Stelvio Massi; per una singolare coincidenza la vita lo ha spento lo stesso giorno in cui, 75 anni prima, lo aveva donato alla luce in quel di Civitanova Marche. Cresciuto artisticamente negli empirici Anni 60, Massi ha seguito il canonico cammino dell’apprendista, cimentandosi prima come “aiuto architetto, perché frequentavo la facoltà di Architettura all’Accademia di Belle Arti di Roma (…) cominciai a fare l’assistente operatore per otto anni, poi passai a lavorare come operatore e per altri otto lunghi anni rimasi ad imparare. Prima di fare il regista ho anche diretto la foto

ANOMIA MEDITERRANEA: GOMORRA

Agghiacciante. E’ questo l’aggettivo più calzante per descrivere l’ultimo film di Matteo Garrone, protagonista con “Gomorra” al recente Festival di Cannes (5 minuti di applausi al termine della proiezione). Tratto dall’omonimo libro (agghiacciante pure esso) di Roberto Saviano, la pellicola si pone a cavallo di un ideale spartiacque tra neo neorealismo e cinéma vérité: attraverso l’alternanza di cinque storie pregne di asciutto verismo, Garrone registra, in maniera quasi entomologica, uno spaccato impressionante di vita di camorra. Evitando accuratamente di descrivere il fenomeno malavitoso con la lente deformante della retorica e del sensazionalismo cronachistico, il regista si limita a seguire i personaggi – quasi tutti interpretati da attori non professionisti con sorprendente e disarmante spontaneità – con rigorosa discrezione, senza reticenze né compiacimenti. L’intento di Garrone e dei suoi collaboratori è quello di mostrare la camorra per quello che è: un’enclave di disumanità i