Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da 2008

F. GARY GRAY − IL RISOLUTORE DELL'ACTION MOVIE

Nel ricco panorama dei generi cinematografici quello d'azione è sicuramente il più codificato. Il suo rigido protocollo impone infatti luoghi comuni e iterazioni coercitive dal sapore vagamente rituale che finiscono per cristallizzarlo in abusati cliché. Saltuariamente, tuttavia, la liturgia conservatrice dell'action viene ritoccata, se non proprio riscritta, da officianti meno conformisti. F. Gary Gray è uno di questi. Afroamericano, nato 39 anni or sono a New York, Felix Gary Gray comincia la sua carriera come teleoperatore e, contemporaneamente, dirige alcuni cortometraggi autoprodotti. Con il materiale girato Gray si offre di realizzare videoclip e in breve diventa uno dei migliori registi nel campo. Il suo esordio cinematografico risale al 1995, con una gradevole commedia dai tiepidi risvolti drammatici, Friday ( Ci vediamo venerdì ). Interpretata da Ice Cube − coautore della colonna sonora − e da Chris Tucker ( Rush Hour ), la pellicola coniuga commedia e dramma sociale c

CUT TO THE CHASE - INTERVISTA A PETER R. HUNT

Peter Roger Hunt (Londra, 11 marzo 1925 − Santa Monica, 4 agosto 2002), figura di spicco del cosiddetto “Bond Team”, geniale montatore prima, abile regista poi, ha contribuito in maniera determinante a creare il mito dell’agente segreto britannico con licenza di uccidere, al pari dei produttori Harry Saltzman e Albert “Cubby” Broccoli e del regista Terence Young. La sua innovativa tecnica di montaggio, ribattezzata crash cutting , ha saputo conferire ritmo e dinamicità inediti al personaggio uscito dalla penna di Ian Fleming. Negli Anni 60 James Bond rivoluzionò il mondo del cinema quanto i Beatles quello della musica... “Esatto. Oggi non è certo più una novità montare un film come io feci con Licenza di uccidere , ma all’epoca era qualcosa di innovativo. Prima del 1961, anche nelle pellicole americane, si vedeva un tizio che scendeva le scale, usciva dalla porta, saliva in macchina e partiva. Adesso non più: il tizio esce e nell’inquadratura successiva è già arrivato!”. Quando si dic

DANIEL CRAIG, UN METALMECCANICO AL SERVIZIO SEGRETO DI SUA MAESTA’

Daniel Craig, classe 1968, inglese di Chester, è il settimo James Bond in celluloide. Nel 2005 ha firmato un contratto da 60 milioni di dollari per interpretare quattro film della serie nell’arco di dieci anni. Il primo, Casino Royale (2006), è stato diretto dal neozelandese Martin Campbell, che undici anni prima aveva anche sigillato il debutto dell’irlandese Pierce Brosnan nei panni di 007 nel notevole GoldenEye (1995). Per Un tot de sòla (libera traduzione romana di Quantum of Solace ) il testimone della regia è stato raccolto dal 39enne tedesco Marc Forster (quello de Il cacciatore di aquiloni , per intenderci), che purtroppo si reputa un autore e non un regista di film di genere. Con Craig la saga del più popolare agente segreto del mondo (bell’ossimoro…) è tornata bruscamente alle origini: in Casino Royale , infatti, Bond non aveva ancora ricevuto il famigerato doppio 00 che certifica la licenza di uccidere. Con Quantum of Solace , l’atmosfera scivola nell’… abondianesimo: se è

LA LEGGE DI PETER PAN: FRATELLASTRI A 40 ANNI

“Negli Stati Uniti ci sono sedici milioni di adulti che vivono ancora con i genitori: la percentuale è aumentata del 70 per cento negli ultimi tredici anni …” (Adam McKay, regista) Step Brothers (da noi tradotto con l’accettabile Fratellastri a 40 anni ) prende l’abbrivio da una dichiarazione del presidente George W. Bush sull’importanza della famiglia, “il luogo dove la nazione trova speranza e i sogni spiccano il volo”. Il film ricostituisce per la terza volta il sodalizio artistico composto dal regista e sceneggiatore Adam McKay e dall’attore Will Ferrell dopo i successi nazionali di Anchorman - La leggenda di Ron Burgundy (2004) e di Talladega Nights - Ricky Bobby: la storia di un uomo che sapeva contare fino a uno (2006). Il terreno è ancora quello della commedia scorretta e scurrile, sottilmente infantile e provocatoria. Brennan (Ferrell) e Dale (Reilly) sono due quarantenni che si rifiutano di crescere; il primo vive con la madre, il secondo con il padre. Quando i due genitor

LA NEBBIA DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI: THE MIST

A Bridgton, tranquilla cittadina del Maine, si abbatte un violento nubifragio, forse una tempesta elettrica, che sradica alberi e provoca non pochi danni all’opera della natura e a quella dell’uomo. L’indomani, placatasi la furia degli elementi, David Drayton, disegnatore di poster cinematografici, si accinge con la propria famiglia a una ricognizione dei danni subiti; in riva al lago, David vede una strana, densa nebbia scendere dalle montagne verso la pianura, anomala in quella stagione e con quelle condizioni climatiche. Recatosi con il vicino in città per acquistare materiale per le riparazioni, trova la cittadina in preda a un black-out, mentre molti automezzi dell’esercito – che ha una base top secret sulle alture circostanti – procedono in diverse direzioni con fretta insolita. Quando David si trova all’interno di un supermarket, un uomo, sanguinante e con le vesti lacere, irrompe urlando: qualcosa, là nella nebbia, lo ha appena aggredito… Tratto dal racconto di Stephen King in

LA GUERRA PARODIATA DEL SOLDATO BEN STILLER: TROPIC THUNDER

“L’idea di Tropic Thunder mi è venuta nel 1987, mentre giravo L’impero del sole di Spielberg. Era il periodo dei film sul Vietnam: con altri amici ci presentavamo ai provini, alcuni venivano scelti e spediti sul set per l’addestramento militare. A quei tempi sembrava che gli attori non facessero altro: tornavano e raccontavano che quell’esperienza straordinaria gli aveva cambiato la vita. Io ascoltavo e non potevo fare a meno di pensare: è buffo, sarà anche stata straordinaria, ma allora quella dei veri marines? In fin dei conti non si era trattato di un addestramento militare vero e proprio…ma è tipico degli attori appropriarsi delle esperienze altrui” (Ben Stiller) Ben Stiller, classe 1965, attore specializzato in commedie brillanti e sentimentali, giunge con Tropic Thunder alla sua quarta regia cinematografica, dopo Giovani, carini e disoccupati ( Reality Bites , 1994), Il rompiscatole ( The Cable G uy, 1996) e Zoolander ( Id. , 2001). Il film mescola la parodia classica con una

ADDICTED TO WAR: THE HURT LOCKER

Hurt Locker è la cassetta in cui vengono riposti gli effetti personali degli artificieri che muoiono nel compimento del proprio lavoro, lascito pietoso a un Paese che li ha sacrificati e a parenti e amici che li hanno invano aspettati. “The Hurt Locker”, però, è anche il titolo del nuovo lungometraggio della 56enne californiana Kathryn Bigelow (“Point Break”; “Strange Days”): al centro della vicenda ancora la guerra in Iraq, vera musa ispiratrice di molti cineasti. La Bigelow, sulla falsariga del plurilodato “Redacted”, documentario di Brian De Palma ancora (scandalosamente) inedito in Italia, opta per una messinscena depurata di qualsivoglia scoria spettacolare, scegliendo uno stile secco e scabro; con i suoi sussulti repentini la mdp sembra introiettare l’inquietudine dei soldati americani, spalmandosi letteralmente su volti che ostentano un autocontrollo sempre sul punto di capitolare. Come sottolineato da una citazione in apertura, la guerra è una droga, e come ogni droga che si r

UNITED STATES, LAND OF THE FREE...ZED

Uwe Boll, il regista più odiato e sbertucciato del mondo, è tornato per la gioia dei suoi affezionati detrattori, forumfiliaci e bloggernauti in prima fila. Il popolo del web è uno strenuo detrattore del 43enne di Wermelskirchen, e non perde occasione per tentare di dimostrare al mondo intero che il suddetto è il peggiore sulla faccia della Terra. Della serie: Non abbiamo altro di meglio da fare, e se lo avessimo non lo faremmo… Non entriamo nel merito di questa infantile provocazione: Herr Boll non ha mai fatto mistero di amare la dialettica e l’estetica dei videogiochi per motivi esclusivamente commerciali (sono così popolari da costituire un efficace, e gratuito, veicolo pubblicitario per il film) e la sua scelta di adattarli, rielaborandoli, per il grande schermo non viola ancora alcun articolo di alcuna Costituzione. Fino a quando sarà in grado di finanziare e girare film – che per inciso non recano danno alcuno, è sufficiente non vederli – , avremo la consapevolezza che la Setti

FUORI DAL BULACCO: SOUTHLAND TALES

“Farla fuori dal bulacco” è tipica espressione genovese per sottolineare quando si ha “leggermente” esagerato… Fuori dal bulacco l’ha fatta l’americano Richard Kelly, già artefice del fenomeno (sopravvalutato?) “Donnie Darko”, alle prese adesso con una sorta di rilettura moderna e a dir poco bizzarra dell’Apocalisse di Giovanni, ultimo libro del Nuovo Testamento, per la cronaca la sola apocalisse accettata dal Canone della Bibbia. Rilettura visionaria e temeraria, straripante allegorie, citazioni e omaggi cinefili e letterari, allusioni catastrofiche alla storia contemporanea, Southland Tales è un ambizioso zibaldone sulla fine del mondo e sull’avvento di un nuovo messia. Kelly stesso, nel corso di un’intervista, lo ha motivato anche come una risposta al Catastrofismo che attecchisce progressivamente negli States. Accennare alla trama è missione praticamente impossibile; vi basti sapere che il film inizia con un famoso attore, Boxer Santaros (Dwayne “The Rock” Johnson), sposato con la

AVETE IL DIRITTO DI RESTARE IN SILENZIO… PER SEMPRE: LA LEGGE SECONDO WILLIAM LUSTIG

William Lustig è uno di quei pochi artisti che si possono "vantare" di aver saputo trasfigurare e stravolgere, di fronte all'immaginario collettivo una gloriosa istituzione come il corpo di polizia americano. Nato il 1° febbraio 1955 a New York City, nell'allora molto più malfamato quartiere del Bronx, nipote nientemeno che del famoso pugile italo−americano Jack La Motta, Lustig ha seguito una trafila artistica comune ad altri registi ora di moda e di successo (un esempio per tutti, Wes Craven): i suoi esordi dietro la mdp avvengono infatti nell'affollato sottobosco delle "luci rosse". Sceltosi lo pseudonimo di Billy Bagg, Lustig esordisce nella duplice veste di regista e produttore nel 1977 con Hot Honey, un classico hard dell'epoca, interpretato da Robin Byrd, Jamie Gillis, Serena e Herschell Savage. Sempre dello stesso anno è The Violation of Claudia, ancora con Jamie Gillis e Sharon Mitchell nel ruolo di Claudia, casalinga ricca ma trascurata avv

MI CHIAMANO BOTTA CONTINUA: I PECCATI DI PROVINCIA DI RENZO MONTAGNANI

"Tutti mi chiedono se, a furia di filmacci, io non mi senta un incompreso. Ma no. Il nostro è un mestiere, niente di più. Se uno fa il meccanico, cerca di farlo al meglio, poi diventa motorista della Ferrari. Io studio da motorista" "Una donna nuda, sul set, è difficile che io la tocchi. Quando la situazione, davanti alla macchina da presa, rischia di farsi pesante, cerco sempre di sdrammatizzare, butto là una battuta, tipo 'che bei pettorali, giocavi a pallanuoto?'" "Dopo le cinque settimane di lavorazione di Il ginecologo della mutua avevo visto e sfiorato tante di quelle belle donne svestite che non ne potevo più. Mi sentivo di incerto sesso, la mia sessualità era scivolata nel neutro" "Mi hanno anche definito 'attore da bordello' ma io, come si dice a Firenze, 'gli vo' in culo'" Nessuno vanta una carriera più emblematicamente ondivaga e pilotata dalle disavventure familiari di quella di Renzo Montagnani, attore in