A Bridgton, tranquilla cittadina del Maine, si abbatte un violento nubifragio, forse una tempesta elettrica, che sradica alberi e provoca non pochi danni all’opera della natura e a quella dell’uomo. L’indomani, placatasi la furia degli elementi, David Drayton, disegnatore di poster cinematografici, si accinge con la propria famiglia a una ricognizione dei danni subiti; in riva al lago, David vede una strana, densa nebbia scendere dalle montagne verso la pianura, anomala in quella stagione e con quelle condizioni climatiche. Recatosi con il vicino in città per acquistare materiale per le riparazioni, trova la cittadina in preda a un black-out, mentre molti automezzi dell’esercito – che ha una base top secret sulle alture circostanti – procedono in diverse direzioni con fretta insolita. Quando David si trova all’interno di un supermarket, un uomo, sanguinante e con le vesti lacere, irrompe urlando: qualcosa, là nella nebbia, lo ha appena aggredito…
Tratto dal racconto di Stephen King intitolato La Nebbia, The Mist è un horror claustrofobico e soprannaturale fedele allo spirito dell’autore che lo ha ispirato: un gruppo eterogeneo di persone è costretto a confrontarsi con un nemico sconosciuto e invisibile, tanto invisibile da generare in molti scetticismo e addirittura sarcasmo: quando David, stravolto, racconta di aver visto strani tentacoli uscire dalla nebbia e ghermire un giovane magazziniere, Brent Norton, suo vicino di casa, non pensa ad altro che accusarlo di volersi vendicare di torti passati prendendosi gioco di lui; la sparizione tragica del giovane, testimoniata da pochi altri, è invece sfruttata da una donna, la signora Carmody, per alimentare bibliche farneticazioni sull’avvento imminente dell’Apocalisse. Ben presto tra i presenti comincia a scavarsi un solco invisibile sempre più profondo: chi rigetta la possibilità dell’irrazionale cerca disperato rifugio nel fideismo. David e compagni, prima di confrontarsi con le mostruose creature, dovranno affrontare un’altra battaglia, ancora più tragica perché condotta, a malincuore, contro i propri simili. La nebbia diviene così palese metafora dell’inconcepibile e dell’incomprensibile intorno (e dentro) ognuno di noi, di ciò che si sottrae alla legge di gravità dell’umana conoscenza, scavalcando lo steccato della razionalità per sfidarci in campo aperto: chi sarà in grado di raccogliere la sfida?
Frank Darabont, regista e sceneggiatore, rispetta le regole e i ritmi del genere senza cadere in tentazione autoriale e sottraendosi quasi sempre agli ineluttabili stereotipi che tali pellicole portano in dote. La scelta di girare alla stregua di un B-movie – gli efficaci effetti speciali sono di qualità artigianale - è suggerita dall’esigenza di non diluire la violenza, psicologica e fisica, dell’assunto con una messa in scena invadente e ridondante che distolga l’attenzione dello spettatore dagli avvenimenti intrinseci.
Tratto dal racconto di Stephen King intitolato La Nebbia, The Mist è un horror claustrofobico e soprannaturale fedele allo spirito dell’autore che lo ha ispirato: un gruppo eterogeneo di persone è costretto a confrontarsi con un nemico sconosciuto e invisibile, tanto invisibile da generare in molti scetticismo e addirittura sarcasmo: quando David, stravolto, racconta di aver visto strani tentacoli uscire dalla nebbia e ghermire un giovane magazziniere, Brent Norton, suo vicino di casa, non pensa ad altro che accusarlo di volersi vendicare di torti passati prendendosi gioco di lui; la sparizione tragica del giovane, testimoniata da pochi altri, è invece sfruttata da una donna, la signora Carmody, per alimentare bibliche farneticazioni sull’avvento imminente dell’Apocalisse. Ben presto tra i presenti comincia a scavarsi un solco invisibile sempre più profondo: chi rigetta la possibilità dell’irrazionale cerca disperato rifugio nel fideismo. David e compagni, prima di confrontarsi con le mostruose creature, dovranno affrontare un’altra battaglia, ancora più tragica perché condotta, a malincuore, contro i propri simili. La nebbia diviene così palese metafora dell’inconcepibile e dell’incomprensibile intorno (e dentro) ognuno di noi, di ciò che si sottrae alla legge di gravità dell’umana conoscenza, scavalcando lo steccato della razionalità per sfidarci in campo aperto: chi sarà in grado di raccogliere la sfida?
Frank Darabont, regista e sceneggiatore, rispetta le regole e i ritmi del genere senza cadere in tentazione autoriale e sottraendosi quasi sempre agli ineluttabili stereotipi che tali pellicole portano in dote. La scelta di girare alla stregua di un B-movie – gli efficaci effetti speciali sono di qualità artigianale - è suggerita dall’esigenza di non diluire la violenza, psicologica e fisica, dell’assunto con una messa in scena invadente e ridondante che distolga l’attenzione dello spettatore dagli avvenimenti intrinseci.
Commenti